I media by Nick Couldry;

I media by Nick Couldry;

autore:Nick, Couldry; [Couldry, Nick]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Linguistica, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815410849
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-10-14T22:00:00+00:00


3. Piattaforme che ci tracciano

I programmi algoritmici esistono per trovare differenze, per costruire modelli di differenze. Tali modelli sono utili perché consentono ai professionisti del marketing di indirizzare i loro messaggi pubblicitari in modo più mirato (nell’industria si parla di «personalizzazione»). Il cambiamento, però, è più ampio: si sta sviluppando un nuovo linguaggio di descrizione della società. Non mi riferisco alle storie che ciascuno di noi a modo suo può raccontare sul mondo sociale, bensì alle cose che i software delle grandi aziende possono elaborare e ai modelli che emergono dalla processazione di quei numeri. Per fare questo, il mondo in cui viviamo ha bisogno di essere scomposto in cose che si possono contare: le connessioni di rete, il numero di amici, di retweet, il numero di volte che abbiamo fatto una certa transazione o immesso quel particolare dato. Ma la gamma dei dati raccolti è così vasta e la sua importanza per il profitto così grande, che possiamo andare oltre e affermare che lo stesso mondo sociale viene reimmaginato – attraverso i dati. Questi ultimi sono di molti tipi, ma fra i più importanti ci sono i dati che derivano dal tracciamento del tempo che noi trascorriamo sulle diverse piattaforme online le quali, appunto, ci incoraggiano a fornire agli algoritmi più dati da elaborare.

Il ricorso agli algoritmi determina certamente anche conseguenze positive. Le piattaforme che si basano su questi processi, come Facebook e Twitter, ci offrono la possibilità di agire su vasta scala, quando vogliamo e ovunque siamo. Oggi capita spesso di conoscere i movimenti sociali attraverso gli hashtag di Twitter che li hanno portati a coalizzarsi intorno a un obiettivo comune: #Indignados, #Occupy, #BlackLivesMatter e #MeToo. Non è esagerato sostenere che, grazie agli algoritmi, le piattaforme hanno contribuito ad allargare la nostra immaginazione su quali tipi di azioni sociali e civili siano possibili.

C’è però anche un prezzo da pagare per le operazioni degli algoritmi e per il continuo monitoraggio degli esseri umani da cui essi dipendono. Restiamo per un attimo sui movimenti sociali: quando si mobilitano attraverso piattaforme il cui business è tracciare la gente – per esempio, Facebook o Weibo – questo li espone a una sorveglianza più intensa da parte dei governi e di altre forze. I pericoli che derivano dall’agire alla luce del sole sono ormai un rischio fondamentale che gli attivisti sociali devono affrontare. In molti casi l’equilibrio di potere si è volto a favore delle autorità politiche. Così, per esempio, per #yosoy132, un movimento messicano nato nel 2012 come contestazione ironica, ma seria, di un ministro del governo che si era preso gioco della scarsa presenza popolare a una manifestazione di protesta contro di lui: l’hashtag significa «io sono il numero 132», cioè il prossimo membro che si unirà alla lotta, e si è diffuso a macchia d’olio fino a rappresentare una vera sfida per il ministro. Ma il movimento è stato infiltrato anche da una spia governativa che ha creato un sito web per raccogliere informazioni sui membri del gruppo per poi passarli al governo[4].



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